L ESPERIENZA INTERNAZIONALE DI D ALBERO E PALACIOS AL SERVIZIO DELLE SIRENS
Contro le Aquile di Boston, le nostre Sirene potranno contare su una coppia d'eccezione del basket italiano: Antonio D Albero e Florencia Palacios, una coppia fuori e dentro il rettangolo di gioco che sarà ad Ancona il 21 agosto.
Lui è un allenatore professionista di pallacanestro femminile che nel suo curriculum può vantare una vasta esperienza internazionale, a partire dalla panchina delle Chicago Lady Steam-Titans, compagine impegnata nella lega professionistica americana: in USA, non vieni giudicato per la tua nazionalità anzi vieni apprezzato ci racconta anche le difficoltà sono state davvero minime: nella mia squadra avevo un mix di professioniste con esperienze davvero importanti alle spalle e ragazze in uscita dal college in attesa di contratti importanti; in questo contesto c'è solo voglia di far bene da parte di tutti. Nel 2014 è stato anche allenatore della nazionale jamaicana che ha partecipato al campionato Centrobasket a Monterrey in Mexico (torneo centro americano, valido anche come qualificazione ai giochi olimpici Rio 2016): a livello personale non posso non menzionare l'emozione che si prova a far parte di due squadre nazionali come quella della Macedonia e della Jamaica, completamente diverse tra di loro ma ricche di significati. Uno dei ricordi che porterò sempre con me è il pre gara con la Jamaica, dove dopo il consueto warm-up, i balli e i canti sostituivano il classico urlo di squadra. Quest'anno, ad aprile, l'allenatore italiano ha ricoperto anche il ruolo di Head Coach del Pro Select Team durante la WNBA OVERSEAS COMBINE a Tampa in Florida negli Stati Uniti durante le Final Four NCAA, showcase Pre Draft WNBA dove coach D'Albero ha realizzato un sogno: lavorare con stelle con cui sono cresciuto avendo avuto il loro poster in camera da piccolo ci confessa.
Lei, dal suo canto, argentina con passaporto italiano, oltre all'esperienza a stelle strisce con il suo compagno, ha giocato in lungo e il largo per tutto il mondo. Florencia è arrivata in Italia nel 2003 per indossare la maglia del CariChieti, il Sangabriele Basket Milano, la Yale Pescara, la Pallacanestro Femminile Viareggio, il Napoli Basket Vomero e lo Stabia Basket di Castellammare di Stabia vincendo quattro campionati. Ha giocato poi in Danimarca dove ha ottenuto anche riconoscimenti per alcune prestazioni dal sito di eurobasket.com, e finalmente nel 2012/2013 è arrivata la prestigiosa chiamata nella WNBA: l'esperienza negli Stati Uniti è stata una delle più belle della mia carriera. Ho avuto modo di vivere la pallacanestro a stretto contatto con un modo completamente diverso dal sistema Europeo, dalle usanze ai ritmi. Negli USA lo sport vene vissuto in modo unico e sarebbe davvero bello che anche il movimento europeo riuscisse a diventare così in futuro. Umanamente mi porto dentro ricordi indelebili. La stagione successiva è volata in Cile e poi in Argentina e dopo aver preso parte alla Superliga, la nostra Florencia ha deciso di partecipare al College Basketball Tour in attesa di scoprire dove sarà la sua prossima avventura: Ancora non so dove sarà la mia prossima destinazione, ma ho tanta voglia di iniziare una nuova avventura e mi sto allenando tanto per farmi trovare pronta. ci racconta L'anno scorso mi avevano chiamato per partecipare al College Basketball tour ma purtroppo ero in Sudamerica a giocare La Liga Sudamericana. Perciò quando mi hanno riproposto questa possibilità quest'anno sono rimasta molto contenta dato che l'anno scorso non era stato possibile. Sono molto felice di poter essere parte di questa esperienza che mi da la possibilità anche di giocare nella mia nazione e conoscere nuove persone.
Vista la loro esperienza sui campi americani, chi meglio di loro ci può presentare la sfida di Ancona? Innanzitutto, coach D'Albero ci spiega che le americane hanno dalla loro una mentalità molto diversa che fa sì che sul campo siano davvero forti: Tutto nasce dall'approccio verso lo sport e da come un americano vive lo sport. La passione nasce nelle famiglie e cresce nelle scuole High School e College. Il tempo che dedicano in palestra è almeno il doppio rispetto a quello che i nostri atleti impiegano nei club, non solo durante gli allenamenti di squadra ma anche personali; basti pensare che quasi tutte le palestre fitness negli USA hanno un campo da basket, in pratica è davvero dura togliere una palla a un ragazzo.
Quindi, visto che il livello tra la selezione italiana e la squadra statunitense sarà tutto dalla parte delle americane, cosa chiederà il coach alle tue ragazze e che consigli darà loro? Chiedere sarà difficile perché non è una squadra con cui hai avuto modo di lavorare o svolgi un programma, di sicuro consiglierò loro di divertirsi e sfruttare l'occasione per prepararsi alla prossima stagione agonistica e perché no di rischiare qualche giocata che di solito in campionato è vietata dagli allenatori.
Uno dei propositi del College Basketball Tour è quello di promuovere anche il basket femminile in Italia, in un Paese che però sembra ancora non riconoscere le potenzialità di questo movimento a differenza di quanto accade all'estero. A confermalo è anche Florencia che ci spiega: Ho avuto l'opportunità di giocare in diversi paesi d'Europa e del continente Americano, in ogni situazione ho trovato lati positivi e negativi. Credo che ovunque ci sia questo problema che vede riposta più attenzione al movimento maschile che a quello femminile, quello che più ho notato in base alle mie esperienze è un'apertura maggiore da parte dei media e delle sponsorizzazioni che con iniziative collaterali aiutano ad una esposizione maggiore del movimento femminile.
Più duri sono invece i toni di coach D'Albero: credo che ultimamente il basket in generale viene poco seguito in Italia. Per quanto mi riguarda diminuire il numero delle straniere o non accettare le passaportate come italiane, regola che personalmente non ho mai incontrato all'estero, o le varie modifiche dei campionati non ha portato a miglioramenti del livello, anzi ci sono meno giocatrici e categorie Più di tutto però all'estero quando vai a vedere una partita vivi in prima persona lo spettacolo, i palazzetti sono all'avanguardia e hai la possibilità di partecipare anche ad altre iniziative, indifferentemente se si parli di maschile o femminile.
Con la speranza che il CBT possa aprire una finestra importante sul movimento del basket femminile, chiudiamo con una nota più rosa. Com'è avere il proprio compagno come allenatore? Antonio mi ha allenata in tante occasioni, in Italia e all'estero; entrambi siamo molto professionali nel nostro lavoro. È bello poter condividere la passione per questo sport e anche il lavoro che amiamo tanto.